“Piccolo Manuale sull’Aspettativa” – Intervista con Paola Bertoni

bookstrotter, East Anglia

Il #Bookstrotter di questa settimana non è il classico libro di viaggi, ma un breve manuale per iniziare a viaggiare. Come? Chiedendo un’aspettativa da un lavoro a tempo indeterminato, più noto anche come anno sabbatico. Grazie al gruppo Facebook Travel Blogger Italiane, ho avuto la possibilità di leggere in anteprima “Piccolo manuale sull’aspettativa”, scritto da Paola Bertoni.

Paola, torinese di nascita ma cittadina del mondo, ha chiesto un anno di aspettativa non retribuita dal suo posto di lavoro presso una società finanziaria per trasferirsi in Inghilterra. Dalla sua esperienza nella terra di sua Maestà la Regina è nato Pasta Pizza Scones, un travel blog con un focus sulla cultura inglese (ovviamente).

Ed ora Paola ha deciso di autopubblicare “Piccolo Manuale sull’Aspettativa”, un pratico ebook per aiutare chi vorrebbe chiedere un’aspettativa e non sa da dove cominciare. Dagli aspetti legislativi ai consigli pratici per risparmiare prima di partire, in questo manuale è condensato tutto quello che avreste voluto sapere sull’anno sabbatico e non avete mai osato chiedere. Ma questo ebook non è una guida piena di tecnicismi, anzi Paola ha un modo di dare informazioni leggero e frizzante (quasi come un Prosecco).

bookstrotter, Intervista con Paola Bertoni
Ecco la copertina fresca di stampa virtuale dell’ebook di Paola.

Volevo raccontare “Piccolo manuale sull’aspettativa” senza rivelare troppi dettagli, ed ho quindi pensato di proporre a Paola una breve intervista, per sentire direttamente dalla sua voce che cosa significa prendersi un anno per sé e mollare tutto (ma con un biglietto di ritorno in tasca).

  1. Ciao Paola, partiamo dalla fine: come è nata l’idea di autopubblicare un ebook?
    Ciao Laura, sul mio blog avevo scritto diversi post sull’aspettativa eppure ricevevo ancora domande su questo argomento. Allo stesso tempo vedevo dalle statistiche del blog che quei post venivano ancora letti a distanza di tempo così ho pensato di raccogliere quel materiale, ampliarlo e rielaborarlo per fornire agli interessati un manualetto di facile consultazione e me lo sono immaginato proprio come l’ebook che avrei voluto leggere io prima di partire.
  2. Di tanto mondo, perché hai deciso di trasferirti in Inghilterra, ma non nella patinata Londra?
    Ho scelto di trasferirmi in Inghilterra perché il mio compagno è inglese e all’epoca viveva nel Suffolk, una contea dell’East Anglia. Sono comunque stata anche a Londra per lavoro. La differenza tra Londra e qualsiasi altra città inglese è enorme, Londra è una città bellissima ricca di opportunità e con persone di tutto il mondo, ma non è la ‘vera’ Inghilterra e buona parte della cultura inglese la si scopre solo vivendo in un posto a stretto contatto con gli inglesi.
  3. Qual è stato lo shock culturale più forte con il mondo inglese?
    Il modo di comportarsi degli inglesi, mi sembrava che tutte le nostre regole di buona educazione fossero sovvertite! Per esempio mi era capitato di prendere un caffè con amici e al momento di salutarci questi erano già spariti senza tutti i convenevoli di baci, abbracci, dove hai parcheggiato, ti accompagno alla macchina, che aggiungiamo sempre noi italiani. Un altro comportamento inglese assurdo per noi italiani riguarda l’ospitalità. In Italia quando invitiamo un amico a cena puliamo tutta la casa e ci impegniamo a cucinare qualcosa di speciale. In Inghilterra invece per farti sentire a tuo agio chi ti invita non mette neanche in ordine e anzi spesso ti chiede di passare a prendere il take away per tutti mentre sei di strada!

    bookstrotter
    Paola in campeggio in Inghilterra: vivere in un altro Paese significa sperimentare nuove esperienze.
  4. Durante la tua aspettativa hai viaggiato anche in altri Paesi?
    Sono stata in Francia per il lavoro di geolocalizzazione e poi ho trascorso luglio e agosto in Thailandia lavorando da remoto come copywriter. È stata un’esperienza bellissima e ho scoperto dei posti incredibili.
  5. Nel tuo anno sabbatico hai fatto qualche lavoretto?
    Sì, ne parlo anche nell’e-book perché durante l’aspettativa non è possibile accettare altri contratti da dipendente, ma possiamo sempre lavorare su progetti definiti o come freelance. Io ho lavorato ad un progetto super interessante di Google Maps e poi come copywriter freelance.
  6. Come è stato il rientro alla tua vita di prima?
    Traumatico! Mi devo ancora riabituare alla disorganizzazione e burocrazia italiana rispetto all’efficientissima Inghilterra. Le pratiche che nel Regno Unito si possono gestire con una telefonata all’ufficio competente, in Italia si trasformano in ore di coda. Inoltre non ero più abituata alla maleducazione della gente che ti fuma addosso per strada, ti spinge in fila e parcheggia in doppia fila. Gli inglesi hanno un senso civico molto sviluppato, tutto ciò che è pubblico viene tenuto in perfette condizioni e in nessuna parte del mondo ho visto bagni pubblici così puliti!
  7. Spesso i blog nascono proprio per raccontare un’esperienza vissuta all’estero: come sta cambiando Pasta Pizza Scones ora che sei tornata in Italia?
    Pasta Pizza Scones è passato dal raccontare la mia esperienza di expat a concentrarsi sui viaggi e sugli aspetti culturali dell’Inghilterra, che continuo a frequentare. Inoltre a gennaio di quest’anno ho inaugurato una rubrica sul blogging, molto utile per favorire lo scambio di competenze con la community delle Travel Blogger Italiane.
  8. Ci sono competenze acquisite durante il tuo anno di aspettativa che stai sfruttando anche nel tuo attuale lavoro?
    Purtroppo nessuna! In Italia non c’è molta dinamicità all’interno delle aziende ed è difficile per una donna fare carriera anche se ha ottime competenze (lo dicono le statistiche). Poco male, al mio rientro ho chiesto e ottenuto un orario part-time e nel tempo libero mi sto concentrando sulle collaborazioni come copywriter e a far crescere il mio blog Pasta Pizza Scones. Nel mio lavoro da impiegata invece in questo momento sto insegnando a un chatbot a comunicare con gli utenti ed è abbastanza interessante vedere come si sta sviluppando l’utilizzo delle intelligenze artificiali.

    Bookstrotter
    Paola di Pasta Pizza Scones al mare in Inghilterra
  9. Il tuo book costa 5,29 Euro una cifra un po’ particolare…
    Il libro è rivolto a chi ha un lavoro a tempo indeterminato e l’ho immaginato come una chiacchierata in pausa pranzo tra colleghi, prendendo ispirazione da domande reali che mi sono state fatte durante i caffè in ufficio o tra un morso di una piadina e l’altro. Mi piaceva quindi l’idea di riproporre queste chiacchierate tra colleghi in modo virtuale e ho pensato che il prezzo dell’ebook potesse richiamare questa immagine. L’importo di € 5,29 infatti è tipico dei buoni pasto degli impiegati.

Grazie mille Paola per la tua disponibilità!

Se la storia di Paola vi ha incuriosito e volete fare un’immersione nella cultura inglese, non perdetevi il suo blog Pasta Pizza Scones.

Se invece vi arrovellavate già da tempo per cambiare vita e uscire dalla routine del lavoro d’ufficio, leggete “Piccolo manuale sull’aspettativa”: troverete tante risposte alle vostre domande per capire se questa è la scelta che fa per voi. L’ebook è disponibile su Amazon qui.

#Bookstrotter è una rubrica settimanale sulla mia pagina Facebook dedicata ai Libri Giramondo: qui trovi il post con i #Bookstrotter del 2017.

 

28 Comments

    1. Spero che il libro possa aiutarti a chiarire le idee, non potendo dare una spiegazione specifica di tutti in contratti per non farlo diventare un testo pesantissimo, ho scritto le indicazioni utili a capire dove reperire le indicazioni che ci servono per capire se possiamo richiedere aspettativa o no 🙂

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    1. L’aspettativa è il modo perfetto per mettersi in gioco quando l’idea del “mollo tutto” non ci convince. Sono sicura riuscirai a metterti in gioco e trovare la spinta necessaria a cambiare, se è quello che desideri!

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  1. una intervista davvero interessante! la storia di Paola é bellissima e spero un giorno di poter fare la stessa esperienza che ha fatto lei. Vivo giá all’estero e sogno un periodo di aspettativa per fare un viaggio con il mio compagno e mio figlio, o figli , se ne verrá un altro. A livello burocratico qui in Spagna non avrei particolari difficoltá a prendere 1 anno di unpaid leave…il piú sarebbe a livello logistico e organizzativo….ma ci sto pensando e se me lo metto in testa poi lo faccio! mi toccherá cercare qualche e-book sull’argomento! 🙂

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  2. L’Esempio lampante che non bisogna necessariamente abbandonare del tutto un lavoro per vivere un’esperienza unica! Io non ci avevo mai pensato ma questo ebook mi ha aperto gli occhi su una possibilità che ancora in molti non conoscono! Davvero un bel lavoro!| 😉

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  3. Secondo me ci vuole tanto coraggio, tanta determinazione ma soprattutto un fortissimo motivo per prendersi un anno sabbatico. Immagino che Paola abbia avuto una vera spinta dal compagno. Credo sia stata una bella esperienza.

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  4. Laura mi è piaciuta molto quest’intervista che hai fatto a Paola. Penso che questa storia dell’anno sabbatico è poco applicabile qui in Italia. Sembra un pò come sapere che negli altri paesi i trasporti sono puntuali e quindi sai che è possibile, ma poi in patria ti trovi a combattere ogni giorno con la puntualità …

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    1. L’aspettativa in Italia e’ come il part time, una merce rara. Alcune aziende piu’ strutturate se presenti una domanda con delle motivazioni precise e plausibili magari la prendono in considerazione, ma ammetto che spesso si deve combattere per dei diritti piu’ essenziali come un contratto a tempo indeterminato o delle ferie regolari o gli straordinari pagati.

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